“Nel 2000, in luglio, andai in vacanza a Panarea (isole Eolie) con mio figlio Edoardo, Maureen e i suoi figli Jacopo e Costanza. Siamo rimasti bloccati sull’isola per alcuni giorni a causa del mare forza 8. Non si poteva fare nulla, si chiacchierava con gli isolani e con i turisti.
Conobbi il proprietario della trattoria “da Adelina”, sul porto, dove spesso ero andata a cena durante il mio soggiorno. Mi raccontò che il cuoco che doveva prendere servizio il mese di agosto non sarebbe arrivato e non sarebbe stato facile trovare un sostituto.
Proposi la mia collaborazione come appassionata e brava cuoca di casa, senza nessuna esperienza nel mondo della ristorazione. Accettò.
Quando il mare si calmò, presi l’aliscafo per Napoli e tornai a casa con mio figlio Edoardo e informai mio marito di quello che volevo fare.
Questa decisione lasciò tutti molto perplessi, ma non cambiai idea.
Tornai a Panarea come stagista. Fu un’esperienza durissima.
Le ore erano tante, ma quello che mi dava più fastidio era pulire il pesce di primo mattino.
I primi di settembre tornai a casa convinta di voler aprire un ristorante, di voler fare la cuoca, nonostante sia un lavoro pesante, anzi pesantissimo.
Mi iscrissi al corso serale dell’Istituto Tecnico Alberghiero di Ferrara per avere i titoli coi quali poter prestare servizio nei grandi ristoranti stellati, con l’obiettivo di aprire un ristorante di cucina tradizionale.
Il 4 ottobre del 2000 entrai per la prima volta nella mia vita nell’Osteria la Fefa, locale storico di Finale Emilia, e l’acquistai dal signor Francesco Orlandi discendente della signora Genoveffa.
Era fatiscente, ma io, con gli occhi del grande sognatore, lo vedevo bellissimo.
Sicuramente sarebbe occorso un importante restauro, partimmo addirittura dalle fondamenta, ma avevo le idee chiare, volevo un restauro il più conservativo possibile, che desse all’ambiente il senso di grande ospitalità e familiarità.
La immaginai finita, con bellissimi pavimenti in cotto antico e candide pareti: una con appesa la mia collezione di stampini per biscotti e budini, un’altra con tegami in rame di tutte le dimensioni e di tutte le forme ed, in una nicchia ricavata dalla chiusura di una porta, la credenza di mia nonna Giuditta…
Il 23 ottobre 2001 ho aperto il ristorante Osteria la Fefa e sono ancora molto soddisfatta di questa scelta che ha rivoluzionato la mia vita e quella delle persone a me care.
L’obiettivo principale della mia cucina è salvare le tradizioni culinarie della “Bassa Modenese” e di Finale Emilia in particolare, utilizzando prodotti di qualità e ricercate materie prime”.
EDOARDO MELETTI
Laureato con Laurea Magistrale in inglese in Economia e Commercio- International Management presso l’Università degli Studi di Modena e’ Responsabile di sala e si occupa con passione della ricca Cantina.
Svolge questa attività con professionalità e sempre con il sorriso sulle labbra.
E’ per il locale un importante punto di riferimento.
Ha fatto una importantissima esperienza presso il Ristorante Piazza Duomo di Alba – Chef Enrico Crippa nel 2015 come assistente Sommelier che lo ha fatto crescere molto.
LA STORIA DELLA OSTERIA LA FEFA
L’Osteria La Fefa deve il proprio nome alla signora Genoveffa, che gestì questo storico locale alla fine del 1800, quando davanti al locale non c’era la strada, ma scorreva il fiume Panaro… Era una grande imprenditrice: si narra che desse da mangiare, da dormire, ricovero cavalli e avesse anche la possibilità di aggiustare le barche. L’Osteria rappresentava il tradizionale centro di ritrovo e ristoro sul fiume.
Documenti storici ne attestano l’esistenza già dal 1786.
Il locale si trova al piano terreno del Palazzo che apparteneva dal 1600 a Donato Donati che fu il primo ebreo ad acquistare un immobile al di fuori del ghetto.
E’ nel centro storico di Finale Emilia, sotto i portici di via Trento Trieste, uno dei più importanti viali cittadini che collega la torre medioevale dei modenesi all’estense Castello delle Rocche.
Questa strada era anticamente il principale canale navigabile della Venezia degli Estensi, il Panaro della Lunga che attraversava l’abitato, lambiva il Castello e costituiva la via di comunicazione più utilizzata tra Modena e Ferrara.
L’osteria rappresentava il tradizionale centro di ritrovo e ristoro sul fiume.
L’osteria La Fefa è stata recuperata, con un restauro il più conservativo possibile.